RAZIONALE

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) afferma che, tra le varie patologie psichiche, la depressione costituisce oggi quella che crea maggiore allarme sanitario. I dati internazionali concordano sul fatto che le donne risultano affette da depressione da due a tre volte più degli uomini e che la depressione sia molto comune nelle donne durante la gravidanza ma soprattutto durante il periodo del post-parto.

Infatti, stress e ansia durante la gestazione sono associati ad un rischio dalle due alle tre volte maggiore di sviluppare disturbi dell'umore nel periodo postnatale.

Obiettivo primario del trattamento della depressione in gravidanza è raggiungere o mantenere l’eutimia, limitando in tal modo l'esposizione sia materna che fetale agli effetti nocivi del disturbo non efficacemente trattato. Secondo gli studi attualmente disponibili, gli SSRI non sono da considerarsi agenti teratogeni e il rischio di malformazioni congenite maggiori e aborto spontaneo risulta sovrapponibile a quello che si verifica nelle gravide non esposte a terapia antidepressiva. D’altra parte, la depressione non curata efficacemente può essere molto dannosa non solamente per la donna stessa ed il feto ma anche per l’intera genitorialità. 

L’assenza di terapie uniformemente efficaci con indici di sicurezza garantiti rende, tuttora, il trattamento della depressione durante la gravidanza una tra le più grosse sfide in ambito medico.